La Scala TorinoIn prima
battuta la Scala Torino può essere paragonata alla Scala Richter.
Le accomuna il fatto che si riferiscono a eventi piuttosto spiacevoli: la Scala Richter è
impiegata per classificare i terremoti mentre la Scala Torino serve a catalogare il
rischio di un possibile impatto di comete e asteroidi con la Terra.
Al momento della scoperta di un nuovo oggetto è veramente molto difficile prevedere dove
potrà trovarsi nelle settimane o nei mesi successivi. Tale incertezza dipende dal fatto
che i dati osservativi disponibili sono solitamente limitati nel tempo, cioè riguardano
un tratto molto breve dellorbita e questo fatto introduce dei limiti nella
precisione dei calcoli.
In realtà nella maggior parte dei casi i dati disponibili consentono fin dal primo
momento di escludere, per almeno un centinaio d'anni nel futuro, che si possano
verificare passaggi ravvicinati pericolosi per la Terra. Purtroppo, però, rimangono
ancora dei casi per i quali il rischio di una collisione non può essere del tutto escluso
e per tali casi è necessario indicare il grado di potenziale pericolosità.
La Scala Torino impiega dei numeri da 0 a 10. Lo zero significa che un oggetto non
ha praticamente nessuna probabilità di collidere con la Terra mentre il dieci indica la
collisione certa. In realtà vengono classificati di grado zero anche i possibili
impatti di oggetti troppo piccoli per riuscire a superare lo scudo dellatmosfera
terrestre.
Un evento viene classificato valutando due fattori: la probabilità che avvenga la
collisione e lenergia cinetica posseduta dalloggetto. Un oggetto in grado di
avvicinarsi più volte alla Terra potrà avere distinti valori nella Scala, uno per
ciascuno dei suoi passaggi ravvicinati. Nella Scala Torino non sono ammessi valori
frazionari o decimali, ma unicamente numeri interi.
E' importante sottolineare che la classificazione di un evento non è mai un fatto
stabilito una volta per tutte.
In altre parole, non si tratta di una scala definitiva: la posizione assegnata ad un
evento nella Scala (dal valore 1 a quelli più elevati) è soggetta a mutare con il
passare del tempo. Il cambiamento dipende dallaffinamento della nostra conoscenza
dellorbita delloggetto: un maggior numero di dati potrà confermare per
loggetto un passaggio a distanza di sicurezza dalla Terra. Perciò anche se,
provvisoriamente, un oggetto appena scoperto venisse classificato in classe diversa da
zero, alla fine si assisterà ad una sua riclassificazione al livello più basso. E
quasi impossibile il contrario: un oggetto classificato fin dallinizio di grado zero
ben difficilmente potrà cambiare con il tempo questa sua collocazione.
Come si può notare osservando lo schema
riportato qui sopra, la Scala Torino codifica gli eventi non solo con i numeri, ma
anche attraverso dei colori (bianco, verde, giallo, arancione e rosso), con i seguenti
significati:
Bianco - Eventi che non hanno alcuna conseguenza
E da escludere che avvenga limpatto oppure loggetto è talmente piccolo
che è quasi certa la sua completa distruzione nellatmosfera. Al bianco corrisponde
la categoria 0.
Verde - Eventi che meritano accurato monitoraggio
Ci si riferisce ad oggetti che avranno incontri ravvicinati con probabilità di collisione
molto bassa e perciò non preoccupante. Tuttavia la prudenza suggerisce di tenere
sottocchio le loro orbite in modo da rendere più accurato il calcolo delle
probabilità dimpatto, con la speranza di riclassificare levento riportandolo
alla categoria zero. Al verde corrisponde la categoria 1.
Giallo - Eventi che preoccupano
Sono così codificati gli incontri ravvicinati con oggetti che hanno probabilità di
collisione più alte di quelle che tipicamente può sperimentare la Terra su un arco
temporale di alcuni decenni. Si tratta di oggetti per i quali è prioritaria
laccurata determinazione dellorbita. Al giallo corrispondono le categorie 2 -
3 - 4.
Arancione - Eventi minacciosi
Si codificano in questo modo gli incontri ravvicinati con oggetti in grado di causare
devastazione regionale o globale per i quali la probabilità di impatto è maggiore di
quella che tipicamente può sperimentare la Terra ogni secolo. Assolutamente prioritaria
la determinazione accurata dellorbita di questi oggetti. Allarancione
corrispondono le categorie 5 - 6 - 7.
Rosso - Collisione certa
Appartengono a questa classe gli oggetti che sono in rotta di collisione certa con la
Terra e dai quali latmosfera non ci può più proteggere. Si tratta di eventi in
grado di provocare non solo danni locali o devastazioni su scala regionale, ma anche una
catastrofe climatica globale. Al rosso corrispondono le categorie 8 - 9 - 10.
Lideatore della Scala Torino è il
dr. Richard P. Binzel del Dipartimento di Scienze Planetarie, Terrestri e
dellAtmosfera del M.I.T. (Massachusetts Institute of Technology).
Binzel presentò la prima versione della Scala nel 1995 ad un Convegno delle Nazioni
Unite. La prima pubblicazione ufficiale del Near-Earth Object Hazard Index (questo
era allora il nome della Scala) risale al 1997, sugli Annals of the New York Academy of
Sciences (volume 822).
Una nuova versione venne presentata nel corso del Convegno sui NEO svoltosi a Torino nel
giugno 1999 e, dopo una votazione, fatta propria dai partecipanti. Per tale motivo fu
ribattezzata Scala Torino.
La Scala Palermo
La Scala Palermo (Palermo Technical
Impact Hazard Scale) è uno strumento degli addetti ai lavori nel campo dei NEO. La
sua introduzione si è resa necessaria per poter assegnare un grado di priorità agli
eventi che nella Scala Torino erano classificati allo stesso livello.
Concretamente la Scala esprime il rapporto tra la probabilità che avvenga un evento
specifico e la probabilità media che un oggetto di uguali dimensioni possa colpire la
Terra negli anni che ci separano dallevento considerato. A questo rischio medio ci
si riferisce con il nome di background risk.
Per convenienza si è scelto di costruire una scala logaritmica. Questo significa che ad
un indice 2 corrisponde un evento solamente lun per cento più probabile di un
impatto casuale della stessa gravità nel corso degli anni che ci separano da
quellevento. Viceversa un indice +2 significa che quellevento è 100 volte
più probabile del background risk.
Mentre la Scala Torino è stata creata quale
strumento di comunicazione al pubblico dellentità del rischio associato ad un
futuro incontro ravvicinato con una cometa o un asteroide, la Scala Palermo è uno
strumento a disposizione degli esperti per quantificare più dettagliatamente il livello
di preoccupazione connesso con la possibilità di un potenziale impatto futuro.
Grazie ad essa si possono valutare in modo più accurato i rischi associati agli eventi
che appartengono allo stesso livello nella Scala Torino. E attraverso la
classificazione nella Scala Palermo che si decide con quale priorità procedere
nellosservazione e nellanalisi degli oggetti da monitorare.
I valori della Scala Palermo non sono discreti come quelli della Scala Torino, ma continui
(sono consentiti sia valori positivi che negativi) ed inoltre dipendono strettamente dal
numero di anni che ci separa dal potenziale impatto nonché dallenergia ad esso
associabile.
E dunque evidente che non è possibile una trasformazione diretta da una scala
allaltra.
Il valore di un evento in questa scala (PS)
è dato dallespressione
In questa espressione Pi indica le
probabilità di impatto dellevento considerato e DT è il tempo (in anni) che
ci separa dal potenziale impatto. Con il termine fb, infine, si indica la frequenza
dimpatto di background.
Questultima grandezza esprime la probabilità che nellanno si verifichi un
impatto con energia E (espressa in Mton) almeno equivalente a quella
dellevento considerato e si calcola attraverso la seguente relazione:
E fondamentale che nella formulazione della
Scala Palermo compaia il riferimento alla frequenza di background perché ci permette di
valutare quando la pericolosità di un evento emerge al di sopra del rischio al quale la
Terra è costantemente esposta. Qualora dovesse verificarsi tale circostanza (valore nella
Scala Palermo maggiore di zero) significherebbe che siamo di fronte ad un evento fuori del
comune che merita assolutamente la nostra attenzione. |